Sto bene, Kevin Nacar
24.05.2025

1. STO BENE
Sto bene, grazie
Come stai?
Sto bene, grazie.
Ma oggi... non tanto.
Guardavo dalla finestra la pioggia cadere sulla terra.
Sembrava sterminare ogni forma di vita.
Quelle gocce, così piccole e pesanti... come il mio cuore.
Sì, certo, oggi piove, ma c'è il sole.
È come dire: oggi è morto mio nonno, ma sono felice.
È come dire: sono triste, ma allegro.
È strano.
È strano che piova con il sole.
Oggi guardavo dalla finestra, e oltre le gocce vedevo il mio riflesso.
L'unica cosa normale, oggi, sono i miei occhi.
Il cielo è uggioso, oscuro, quasi lugubre,
e io sono ancora qui a fissare la pioggia.
A fissare quelle migliaia di goccioline trasparenti.
A fissare il mio riflesso.
A fissare te, i tuoi occhi.
Sto bene, grazie.
Ma oggi... non tanto.
Ho un vuoto dentro.
Ho degli sbalzi: prima sono felice, poi sono triste,
ma in mezzo, ci sei sempre tu.
Oggi non tanto, perché avrei voluto essere con te.
Avrei voluto essere lì con te.
Ad abbracciarti.
A baciarti.
A riscaldarti.
Sto bruciando dentro.
Lo senti?
Lo puoi sentire?
No, non è la pioggia.
È il mio cuore che arde.
È il mio cuore che arde, come la pioggia che incessante scende.
Sto bene, grazie.
Ti ricordi quando ti ho portato quella rosa rossa?
Eh già... era proprio rossa, come il mio cuore.
Come il fuoco. Fuoco che arde dentro di me.
L'unica cosa che sapevo sarebbe cambiata,
dopo averti lasciato quella rosa sul banco,
era il tempo.
Passò un'ora, ne passarono due, poi tre, poi quattro...
Il mondo intorno a noi cambiò,
andò avanti,
ma io e te restammo lì,
immobili,
immuni a tutto ciò che accadeva davanti ai nostri occhi.
Quella rosa è ancora rossa.
Lo sarà finché il fuoco, qua dentro, non sarà scomparso.
Ma come fa a scomparire?
Spiegamelo.
Se solo a vederti s'innalza ancora di più la fiamma.
Se solo, incrociando il tuo sguardo,
mi sciolgo in me stesso,
pur non essendo un cubetto di ghiaccio.
Ma che vuoi farci?
Le rose non saranno per sempre rosse.
Il fuoco non resterà per sempre acceso.
La luce non ci sarà per sempre.
Le persone non ci saranno per sempre.
Ma se solo provassi a innamorarti di me...
forse, ai tuoi occhi,
la rosa tornerebbe rossa.
Perché forse, ai nostri occhi,
le cose prendono vita, colore,
anche dove il fuoco si è spento.
Sto bene, grazie.
Ma oggi avrei dovuto baciarti.
Cosa?
Dicono che per innamorarsi serve una scintilla?
Eh già...
Ma io sto già prendendo fuoco.
Ogni giorno di più.
Mi sto consumando in questo amore.
Questo flebile e petaloso amore.
Non voglio fare il poeta.
Anche perché, non ne sarei capace.
Oggi avrei voluto baciarti
per stare bene con me stesso.
Per non sciogliermi più.
Per non essiccarmi più.
Per non piangere più.
Per non pensarti più.
Per non deprimermi più, qui, su questo foglio.
Ma che vuoi farci?
Possiamo dire che è l'amore,
o che è la vita?
La tentazione è forte.
A volte le nostre labbra sono così vicine
che resisto appena, per un soffio, per un pelo,
come si suol dire.
Ma un bacio...
lo desidero sempre.
Sto bene, grazie.
Ma oggi, un po' di più.
Vicino a te, sto bene.
Vicino a te mi sciolgo.
Come un ghiacciolo al sole.
Come il sale nell'acqua.
Come lo zucchero nel caffè.
Non so come chiamarlo.
Forse lo chiamerei amore.
Quando sto vicino a te, nelle tue braccia,
e tu mi tieni la mano,
il tuo calore arde il mio cuore.
Come la fiamma impetuosa di un camino.
Come l'affilata lama di un coltello.
Come onde alte e lugubri.
Come, semplicemente, il mio cuore.
Quante ore passerei a fissarti.
A entrarti con lo sguardo dentro gli occhi.
Come un coltello che affonda nel cuore di un bambino,
sempre di più, sempre più profondo.
Come una barca che si inabissa nel mare,
in un vortice uggioso.
Oggi ho fissato un po' la finestra,
la pioggia risuonava
come note del pianoforte nella stanza.
Avrei fissato i tuoi occhi come quella finestra,
come quelle gocce di pioggia.
Sto bene, grazie.
Ma oggi un po' di più.
Forse lo devo a te.
Lo fai senza pensarci, ma mi fai stare bene.
Cazzo!
Mi fai stare bene, poi male.
Deciditi.
Non posso soffrire e consumarmi nell'ardere di questo amore.
"Quanto è bello l'amore."
Devo ancora capirlo.
Boh, forse un giorno...
Col cuore giusto, lo troverò.
Tra le tue braccia mi sento protetto.
Come un cucciolo di orso con la sua mamma.
Come quando, da piccoli,
ci riparavamo sotto le coperte calde e gelide
mentre là fuori, oltre quel vetro,
pioveva incessantemente.
Sto bene, grazie.
Lo ero fino a quando non ho visto l'altro
che ti teneva la vita.
Cazzo, che dolore.
Sono morto dentro.
Il fuoco si è spento.
Il coltello ha toccato il cuore.
Il cucciolo di orso ha perso la mamma.
Le coperte calde e gelide non ci sono più.
La pioggia incessante è cessata.
Quanto dolore mi dai.
Dici di non alimentar il fuoco nel suo cuore,
e poi non scansi le sue provocazioni.
Ma fammi capire cosa vuoi?
Vuoi farmi soffrire?
Hai trovato la persona giusta.
La fiamma nel mio cuore si è riaccesa di nuovo.
Purtroppo, sono prigioniero.
È più forte di me.
Ti amo.
Ti amo all'infinito.
Ti amo la mattina.
Ti amo il pomeriggio.
Ti amo la sera.
Ti amo la notte.
Ti amo quando mi parli.
Ti amo quando stai vicino a lui.
Ti amo.
Sto bene, grazie.
Ma oggi non tanto.
Oggi non ci sei.
Mi giro, il dolore mi affligge.
Il tuo posto è vuoto, buio, lugubre.
Mi giro, e tu non ci sei.
Come farò senza di te?
Come farò senza il tuo calore?
Come farò senza i tuoi occhi?
Come farò senza un tuo sguardo?
Come farò senza le tue carezze e i tuoi pizzichi?
Sai?
Forse non dovrei dirlo.
Forse no, ma mi manchi.
Senza te, le mie giornate sono vuote.
Senza te, le mie giornate sono perse e terse.
Senza te, il cielo è lugubre e uggioso.
Ma che vuoi farci?
Devo pur abituarmi a vivere senza di te.
La vita non può essere sempre uggiosa senza te.
Non trovi?
Sto bene, grazie.
Ma oggi non tanto.
Sto pensando a quando mi accarezzi.
A quando io e te siamo vicini.
Come acqua e aria.
Come mare e cielo.
Come due ciliegie rosse.
Rosse come il fuoco che arde nel mio cuore.
Sto guardando dalla finestra.
Oggi il tempo non è bello.
C'è il sole, ma è coperto dalle uggiose nubi.
C'è un albero qua.
È verde.
Sembra felice.
Come gli adolescenti.
Sembrano felici.
Sorridono, scherzano.
E poi...
Si uccidono.
Sto bene, grazie.
Ma oggi, un po' di più.
La fresca brezza entra dal finestrino,
mi deterge dai pensieri.
Stasera è stata bella.
Stasera ci sei stata tu.
Se non c'eri,
beh... mi deprimevo su questa vuota poltrona.
Purtroppo,
lo devo dire:
mi sono innamorato.
Quando mi dicono:
"È solo una cotta."
Ma cosa ne vuoi sapere?
Vivi, magari, nel mio cuore?
Oppure,
la guardi attraverso i miei occhi?
È questa la verità.
Ti guardo.
Guardo il tuo spento e petaloso viso.
Ti amo.
Ti guarderei per ore.
Ti guarderei fino alla morte.
Ti amo.
Ti guardo.
Guardo il tuo corpo, il tuo viso.
Guardo te, e m'incanto.
E mi piaci.
E... ti amo.
Sto bene.
Mentre ti guardo.
Piove qua intorno.
Ma la pioggia si ferma ai miei occhi.
Tutt'è magico e fatato intorno a te.
Mentre ti guardo,
si gela il fiato, al gelido freddo.
Si sciolgono le parole di bocca.
Mi sciolgo.
Come un ghiacciolo al sole.
Come me, che guardo te.
E il cuore
arde, in una tempestosa notte uggiosa e piovosa.
Sto bene.
Ma.
Ma...
Ma, ti amo.
Forse me ne pentirò.
Ma ora, ti amo.
Come stai?
Sto bene, grazie.
Cosa si può mai nascondere dietro a questa risposta?
Quanto dolore fa questa domanda?
Oggi sto bene.
Ma non tanto...
Il cielo stamani era uggioso.
Le pesanti e carezzevoli gocce sterminavano la vita sulla terra.
Il sole c'è,
E arde turbinosamente,
E arde, brucia, scoppia,
Come l'ardere del mio rosso fuoco.
La strada era vuota.
Colma di acqua e di vento.
Oggi sarà un altro giorno.
Ma almeno, ci sei tu.
Appena ti ho visto,
Mi è tornato il sorriso,
I colori riaccesi si sono.
E tu...
E sei ancora qui accanto a me.
Girata.
Appoggiata con la tua setosa e petalosa pelle su di me.
Forse, non so.
Potresti piacermi.
Non è colpa mia.
Prendetela col mio cuore.
Col mio stupido cuore.
Ma che vuoi farci?
Senza di te...
Senza te non riesco a stare.
Senza te mi sento male,
Sento dolore, un atroce dolore.
Come un coltello in pancia.
Come due mani alla gola,
Strette, soffocanti, vincolanti,
Alla gola.
Ti guardo.
Sei di fianco a me.
Mi guardo, e ti guardo.
Sei così bella.
Sei come il sole.
Troppo banale?
Sei come il petaloso ed espressivo petalo di rosa, rosa di colore rosso, rosso come il fuoco nei miei occhi,
Nel mio cuore, quando ti guardo.
Ti mangio con gli occhi.
Guardo altre a questi occhi.
E m'immergo,
E mi deprimo sul tuo braccio,
E m'illumino, sotto al tuo sguardo.
Sto bene.
Ma oggi, non tanto.
Sto bene, grazie.
Sai, oggi un po' meno di ieri.
Forse perché ieri c'eri tu.
In mezzo al caos.
In mezzo alla gente.
In mezzo alla pioggia e al turbinoso vento.
Noi eravamo lì, in mezzo a tutte quelle indescrivibili cose.
E ci guardavamo.
Ci guardavamo come due innamorati.
Nonostante tu non lo fossi.
E il buio s'accaniva sul tuo viso.
I tuoi occhi illuminavano il mio cuore.
Ahimè, quanto dolor mi dai.
Ahimè, quanto mi manchi agli occhi.
Ahimè, indescrivibile è 'sto dolor.
Ogni giorno che passa,
m'innamoro sempre di più.
Ogni giorno che passa,
t'amo sempre di più.
Ogni giorno che passa,
il mio cuore si squarcia sempre di più.
Come un burrone.
Un tornado.
Un lugubre e tempestoso tornado.
Oramai ci sono finito all'interno.
Oramai sono prigioniero.
Prigioniero di questo tornado.
Prigioniero di questo cuore.
Prigioniero di questi occhi.
Dei tuoi occhi.
Non inizierò col dire: come stai?...
Sto male.
Punto.
Cerco sempre di nascondermi dietro a qualcosa di retorico.
A qualche cagion che la gente non capisce.
Sì possente è'l dolor che prov'io.
Per strada passeggiar e sentirsi rider dietro o gesticolar per lo fisico proprio.
A li occhi miei pargo mal.
A li occhi lor pargo mal.
Tu sei l'unica speranza a rimanere.
Forse a lì occhi tuoi appaio perfetto.
Nonostante i difetti che mi sopraffanno.
Come un tornado.
Un burrone.
Un ghepardo che gira schietto per le dune.
Ora dir lo posso:
Come stai?
Si... grazie sto bene.
Ah si?
Si... perché? Non lo vedi?
Sisi certo lo vedo che sei in forma.
E certo.
Questo è quello che li altri veono.
Magari non ti vedono piangere.
Non vedono le tue sofferenze.
Non vedono quanto il mondo ti cada addosso.
Per sopraffarti l'anima.
Perché le lacrime, a volte.
Non arrivano agl'occhi.
Ma si fermano al cuore.
Non sono un poeta, perciò mi fermerò a dire.
Fuor non piango.
Dentro mi pietrifico.
Li altri non sanno la sofferenza che a provar si prova.
Mangiar e sentirsi giudicati.
Sentirsi giudicati, in ogni cosa.
In ogni azione.
A veder l'autostima scender pian piano.
Nelli più oscuri gironi de lo inferno.
La cagion di tutto questo?
Veer li altri mangiar cioccolato.
A pasqua.
E tu?
E io me ne privo.
E sai perché?
No...
Per i giudizi.
Per tutte quelle volte che:
Ma forse dovresti metterti a dieta?
Ma forse dovresti fare sport?
Certo.
Tutti a parlar bravi son.
Fin quando non veon la cagion di esto.
E sentirsi oppressi.
Diversi.
E dire:
E or come glielo dico,
Che i miei genitor separati son?
Ed è qui chel' dolor assale.
Si sto bene.
Grazie per il pensiero.
E certo.
Tutti dicon che li occhi son lo specchio del cor, de l'anima.
Quante fesserie.
Li occhi miei, come li occhi tuoi, son la maschera più potente e turbiniosa di esto corpo.
Perciò.
Sto bene.
Ma oggi, non tanto.